MACLE live a BLOOM by Marcello Corti

Siamo andati al Bloom di Mezzago per vedere Asfalto che suona, il film di Roberto Delvoi premiato al SeeYouSound Festival 2024. A conclusione della proiezione, Enrico Gabrielli ha eseguito NY Counterpoint, Enrico e Seba hanno poi suonato Clapping Music e in conclusione l’intero team di 19’40’’ ha portato al pubblico del BLOOM uno dei lavori più sorprendenti: Macle di Julius Eastman.

Vi lasciamo volentieri il video della performance LIVE.

Potete trovare MACLE all’interno di Black Classical Music, la 21esima uscita di 19’40’’ dedicata ai compositori afrodiscendenti. Black Classical Music è stata una delle uscite più sentite degli ultimi otto anni di attività discografica. L’album contiene musiche di Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges, Samuel Coleridge-Taylor, Thomas Wiggins, William Grant Still, Robert Nathaniel Dett, John Wesley Work III, George Walker e naturalmente Julius Eastman.

Potete acquistare Black Classical Music nel nostro shop esclusivo. Restano in totale 20 copie su 200 di questa tiratura che non verrà mai più stampata. Ciascuna delle 20 copie è numerata a mano.

Dimmelo in tre minuti - una raccolta di contenuti by Marcello Corti

Abbiamo raccolto in un solo luogo tutti i contenuti relativi a Dimmelo in tre minuti, il progetto realizzato dal Conservatorio di Sassari con Esecutori di Metallo su Carta e 19’40’’. Un lavoro splendido che ci piacerebbe poter fare in ogni conservatorio d’Italia!

Il progetto in breve

Il podcast

Shkaf

Shkaf significa “armadio” e per capire da dove prende origine la costruzione di questo brano bisogna prima capire il cortometraggio su cui questo brano è stato composto e adagiato.

Il corto è di Shranovski, un regista e artista ancora vivente che ha lavorato anche con l’animazione Shkaf è un cartone animato, in parole povere: un cartone animato surrealista, un po' sullo stile di Magritte, sullo stile di Dalì e con qualcosa che ricorda De Chirico. Il corto descrive una vicenda che potrebbe essere riassunta più o meno così: in una stanza un uomo si annoia. Ha un'idea, un'intuizione. Esce dalla stanza e rientra spingendo un armadio fatto così: tra le due ante in legno, troneggia un grande specchio.

L’uomo decide di punto in bianco di prendere i suoi oggetti personali, partendo dalle scarpe, e di spostarli nell'armadio. Stacca dalla parete i cappelli che erano ben disposti su alcuni appendini e li infila nell'armadio. Infine raccoglie tutto il mobilio della sua stanza e li ripone come fatto in precedenza.

L’uomo passa di fronte allo specchio, stacca l’orologio a pendola appeso al muro. In questo momento l’osservatore si accorge che l’immagine riflessa del protagonista è un po’ particolare. Con l'orologio, con il tempo in mano, l’uomo entra nell'armadio e ci si chiude dentro. Il cortometraggio si chiude con l’osservatore che si allontana dalla stanza: questa si rivela essere nient’altro che l’interno di un altro armadio disperso nel nulla.

Marco Lizzeri ha sonorizzato Shkaf utilizzando un elemento molto semplice tratto dalla vicenda per costruire la colonna sonora. Per analizzare questa composizione, occorre soffermarci su due punti molto interessanti. Quando l’armadio entra, spinto dall’uomo, nella stanza, il violoncello esprime una lunga e sinuosa melodia. Analizzando gli intervalli di questa melodia si può chiaramente osservare come siano esclusivamente di Seconda Minore, Settima Maggiore e Quarta Eccedente o Tritono.

Allargando ulteriormente la veduta, si può affermare che l’intero materiale compositivo di questo brano altro non è che il continuo tornare di questi tre elementi. Gli intervalli presi in considerazione hanno delle caratteristiche simmetriche particolarmente interessanti: il tritono è il punto di simmetria immaginario di un’ottava giusta, il perno attorno a cui una nota e la nota stessa ruotano attorno. Seconda Minore e Settima Maggiore invece sono uno l’inverso dell’altro e quindi possono essere visti come la riflessione su un piano orizzontale di loro stessi.

Analizzando l’armonia che il compositore, Lizzeri, utilizza per segnalare il momento in cui il protagonista del cortometraggio stacca un quadro dal muro, possiamo inoltre scoprire come le note presenti (fa naturale e si naturale, mi naturale e la diesis) altro non sono che due tritoni sovrapposti. Questo è il secondo momento più efficace sia dal punto di vista registico che compositivo: dietro al quadro raffigurante nuvole c’è una finestra, e nella finestra si intravedono altre nuvole.

E’ evidente come il tema della simmetria e della specularità diventa centrale non solo nel cortometraggio, ma anche nella genesi melodica e armonica della composizione. Il vero cuore pulsante dell’intera vicenda, nonostante il titolo, non è l’armadio, ma lo specchio: il momento in cui il protagonista si guarda nello specchio è il momento esatto in cui avviene la prima sorpresa narrativa: l’osservatore realizza che l’immagine riflessa dalla superficie non rispetta le leggi della fisica, restituendo un’immagine fisicamente impossibile. E’ uno specchio nello specchio, spiegel im spiegel, musicale, illustrativo e concettuale.

Sintonia

Bardana

Cinque Stanze

Mormorii

Il brano Mormorii di Francesco Congiu, composto nel 2023, è una composizione per ensemble che originariamente prevede un trio d'archi (viola, violino, violoncello), un trio di fiati (flauto, clarinetto, clarinetto basso) e una coppia di percussioni (marimba e vibrafono). Tuttavia, nell'esecuzione sul canale di 19'40, la marimba è stata sostituita dal pianoforte.

Il brano è suddiviso in quattro episodi distinti, ognuno caratterizzato da un'idea timbrica differente. Ad esempio, nel terzo episodio si sviluppa un dialogo tra flauto e clarinetto con accompagnamento omoritmico del resto dell’ensemble, mentre il finale presenta "mormorii" dei fiati accompagnati da un effetto spazzolato degli archi, creando un'atmosfera nebbiosa e poco definita.

Il titolo Mormorii suggerisce una qualità musicale sfocata, quasi sussurrata. Tuttavia, il sottotitolo Glimpse the Unthinkable rimane enigmatico e sembra ispirato a una carta del gioco Magic: The Gathering, anche se il collegamento non è confermato ed è poco probabile, anche se affascinante.

Siccità

Irish - Appaloosa

Siamo al BLOOM con Roberto Delvoi e Asfalto che Suona! by Francesco Fusaro

Il 31 Ottobre, proprio la notte di Halloween, il BLOOM di Mezzago proietta ASFALTO CHE SUONA, di Roberto Delvoi. Enrico, Sebastiano, Francesco e Marcello saranno in sala insieme al registra per una piccola performance musicale in coda alla produzione.

La proiezione inizia alle 20:30, ingresso in cassa, 10,00€

Asfalto che suona è un film di Roberto Delvoi.

Un viaggio romanzesco viaggio attraverso l’audace e sperimentale mondo della collana di musica (anti)classica 19’40”. I fondatori Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Francesco Fusaro, assieme al direttore d’orchestra Marcello Corti, raccontano il proprio lavoro in un documentario on the road, il quale unisce performance dal vivo, registrazioni in studio e viaggi rocamboleschi attraverso l’Italia. Passando dal fascino delle colonne sonore dei videogiochi alla ricercatezza della notazione grafica, dalla poesia della chanson francese fino a giungere all’eleganza della musica classica, Asfalto Che Suona è l’esplorazione di un percorso musicale senza confini di genere e stili. Roberto Delvoi è un regista italiano. Nel 2017 fonda Ipnose Studio, specializzato nella realizzazione di video commerciali ed aziendali. A partire dal 2018 dirige i cortometraggi Aktionist, seguito poi da Ou Peut Le Fair – Ben Vautier Et Ses Vérités e Eric Andersen: Story of Fluxus and The Banner. Il suo primo lungometraggio è Conz – L’ultimo collezionista (2021).