Educational

Kancheli - Liturgy by Francesco Fusaro

Funny that might sound, there are musicologists that can inspire composers and musicians some genuinely breathtaking music. If you are a musician sitting on the "we-don't-need-them-they-need-us" side, this incipit will probably make a lot of sense. If you don't have anything against musicologists, you won't have any prejudices about Giya Kancheli's Liturgy (Mourned by the Wind) either. And you shouldn't because we are talking about (mind the next words) an absolute masterpiece here.

So what's the story? Givi Ordzhonikidze, a scholar known for his work on Shostakovich, was on of Giya Kancheli's closest friends and a champion of the Georgian composer's music. He passed away in 1984, prompting Kancheli to write a Viola Concerto with Russian virtuoso Yuri Bashmet in his mind. The result requires a cathartic, 40 minute-long bath into self-controlled pain and consolation. Rocking between these two states of mind, Liturgy miraculously eschews the music clichés you would probably associate with the theme of loss and is proof of what sort of lucid mind Kancheli is. No wonder that the crowd at the Royal Festival Hall in London last week gave him a standing ovation at the end of a superb rendition of his masterpiece by Isabelle van Keulen (viola) and the London Philharmonic Orchestra masterly conducted by Vladimir Jurowski.

Now turn off your lights and phone and get in a pensive and meditative mood with Kancheli's Liturgy.

Magari ti farà strano saperlo, ma ci sono dei musicologi che possono ispirare a compositori e musicisti dei brani davvero straordinari. Sei sei un musicista di quelli che "non abbiamo bisogno di loro, loro hanno bisogno di noi", questo incipit ti suonerà più comprensibile. Se invece non hai nulla contro i musicologi, non avrai nemmeno dei pregiudizi nei confronti di Liturgy (Mourned by the Wind) di Giya Kancheli. E in effetti non dovresti, perché si tratta di (occhio) un autentico capolavoro. 

Ma quale sarebbe la storia dietro a questa composizione? Nel 1984 muore Givi Ordzhonikidze, studioso noto per il suo esteso lavoro su Šostakovič, nonché amico intimo di Kancheli e suo fervente supporter. Il compositore georgiano decide così di tributargli un Concerto per viola ed orchestra, con il virtuoso russo Yuri Bashmet in qualità di solista. Il risultato richiede 40 minuti di immersione catartica nella pena e consolazione che la musica di Kancheli tiene lucidamente sotto controllo. Solo una mente musicale come la sua riesce infatti ad evitare i cliché che normalmente assoceresti al tema della perdita. Non è dunque un caso se il pubblico della Royal Festival Hall lo ha salutato con una standing ovation al termine di una superba performance di Liturgy con la viola di Isabelle van Keulen e la London Philhrmonic Orchestra condotta magistralmente da Vladimir Jurowski.

Ora è tempo di spegnere telefono e luci per entrare in uno stato pensoso e meditativo con Liturgy di Giya Kancheli.

5 Lessons on Music with Alessandro Solbiati by Francesco Fusaro

We will never hide the fact that we see 19'40'' as an educational platform. Call us pretentious and naive (we still live in a world dominated by turbocapitalism, don't we?), we would still think that the albums we release and the posts we publish on our blog should be seen as significant landmarks of your journey with us. In the next months (and years) we will try to bring you the most diverse, unpredictable and exciting music content you could expect from our large-scale project. This is why today we are really happy to introduce you to Alessandro Solbiati and his lessons on classical music for Radio 3, Rai's channel dedicated to art music, literature and politics.
It is probably safe to say that Solbiati is one of the most influential figures of Italian contemporary music. Born in 1956 in Busto Arsizio, near Milan, he studied composition with Sandro Gorli and Franco Donatoni, and he is currently teaching composition at the Conservatorio Giuseppe Verdi in Milan. In his lessons for Radio 3, Solbiati will take you through a journey encompassing the music of Ligeti, Nono, Berio, Ravel, Poulenc and Rachmaninov.
 

Our adventures through our music galaxy have just begun, keep on following us...

Non ti nasconderemo certo il fatto che dietro 19'40'' si celi anche un intento educativo. Certo, parlare di educazione oggi, nel regno del divertimento senza fine e della irrefrenabile soddisfazione di tutti i desideri (sì, stiamo parlando del tardocapitalismo), suona al tempo stesso pretenzioso ed ingenuo. Prendici come pretenziosi ed ingenui, se credi, ma sappi che noi vediamo ogni nostra uscita e ogni nostro post su questo blog come tappe di un viaggio che ti porterà nei prossimi mesi (ed anni) ad approfondire e scoprire un repertorio variegato, imprevedibile ed emozionante. Per questo oggi siamo molto contenti di presentarti le lezioni di musica che Alessandro Solbiati ha recentemente tenuto per Radio 3.
Nato nel 1954 a Busto Arsizio, Solbiati ha studiato composizione con Sandro Gorli e Franco Donatoni ed è attualmente docente di composizione presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Una delle più influenti figure del panorama musicale contemporeano in Italia, Solbiati ti farà ascoltare musiche di Ligeti, Nono, Berio, Ravel, Poulenc e Rachmaninov.


Le nostre avventure attraverso la nostra galassia musicale sono appena cominciate, continua a seguirci...

Shotgun Boogie: New Orleans by Francesco Fusaro

Do you remember Katrina? How has New Orleans changed since then? How has the music community been affected by the catastrophe? Armed with a film crew and a travel visa, Italian sound engineer Michele Boreggi chronicles his experiences creating a documentary series with musicians from New Orleans. Together with US fellows Colleen Rowley, Hannah Swenson and Sean O'Grady, Michele meets with locals in their homes for intimate acoustic performances and conversations addressing contemporary social issues. Shotgun Boogie consists of twelve episodes with 3 different sections (Reflections, Explorations, Conversations). Is New Orleans similar to Genoa, or more like Naples? We don't know yet, but we can't wait to see the entire series. Watch the trailer to feel as excited as we are, and find more about it here.

Chissà a che cosa pensi quando diciamo New Orleans. All'uragano? Ai funerali della comunità di colore, quelli itineranti con musica? Com'è vivere a New Orleans oggi? Fa ridere pensare che il nome viene da Filippo II, duca di Orléans: cerca il suo ritratto e poi torna a pensare agli Stati Uniti del jazz... OK, ci stiamo perdendo. Volevamo parlarti di Shotgun Boogie, documentario dell'ingegnere del suono Michele Boreggi. Michele se ne è andato a spasso per la più grande città della Louisiana (la cui capitale in realtà è Baton Rouge) con i suoi amici Colleen Rowley, Hannah Swenson e Sean O'Grady. È entrato nelle case dei musicisti del luogo, li ha fatti suonare e parlare e ne ha tirato fuori un documentario di 12 puntate, divise in 3 sezioni (Reflections, Explorations, Conversations). Non vediamo l'ora di spararcelo tutto. Qui sopra il trailer del documentario, qui il sito ufficiale del progetto.

Harry in the Sky with Diamonds by Francesco Fusaro

«American composer, theorist, instrument maker and performer. He dedicated most of his life to implementing an alternative to equal temperament, which he found incapable of the true consonance his ear and essentially tonal aesthetic demanded. He invented an approach to just intonation he called ‘monophony’; realizing that traditional instruments and performers would be inimical to his system, he designed and constructed new and adapted instruments, developed notational systems, and trained performing groups wherever he was living and working. By the 1940s he had transformed a profound antipathy to the European concert tradition into the idea of ‘corporeality’, emphasizing a physical and communal quality in his music.» (Grove Music Online)

Ci piacciono i personaggi liminali, gli svantaggiati, i pugili che lottano con una mano legata, i musicisti che in un delirio superomistico cercano di cambiare da soli il corso della musica. Certi fatti possono avvenire solo in paesi lontani, dove i legami con la tradizione si fanno più labili ed è possibile un Harry Partch, musicista compositore costruttore di strumenti didatta visionario. Qui sopra puoi vedere/ascoltare Delusion of the Fury, dramma in due atti ispirato all'Africa e al Giappone. Ebbe il suo battesimo nel 1969, ma da allora non è che si sia scritta tanta musica così. No?