Fun Facts

The Perfect Ping by Francesco Fusaro

Do you remember that famous Monty Python's sketch, The Miracle of Birth, out of that romp that is The Meaning of Life? A pregnant lady, lying in the delivery room, surrounded by a stack of doctors, nurses and expensive machinery, including "the machine that goes ping"? Well, it turns out that figuring what a "ping" needs to do inspired a couple of brilliant people to write what has been dubbed "the world's ugliest music", i.e. music without repetition at all.

OK, you have probably been frowning like William Blake's night since the beginning of this post, so let's clear this mess up, shall we? In the 60s, electrical engineer John Costas was trying to solve the problem of poor performance of sonar systems. The "ping" used at the time wasn't particularly informative, so Costas got in touch with mathematician Solomon Golomb to solve the problem. This is how the two got into creating a sequence of notes that avoid repetition. At all. Weird enough, so click below to listen to Scott Rickard unjumbling the whole thing and introducing the premiere of "the world's ugliest music". (Spoiler alert: that music might not be particularly ugly to you!)

Ti ricordi quel famoso sketch dei Monty Python, The Miracle of Birth, tratto da quell'ottovolante che è il loro film The Meaning of Life? La donna partoriente, stesa in sala parto e circondata da un'ammasso di dottori, infermiere e strani aggeggi, fra i quali «la macchina che fa ping»? Beh, a quanto pare la ricerca intorno a come un tal suono ("ping") debba esattamente comportarsi avrebbe spinto due menti eccelse a produrre «la musica più brutta del mondo», ovvero musica senza alcuna ripetizione.

OK, la tua espressione accigliata ci dice che è il caso di fare un attimo di chiarezza, che dici? Allora: negli anni Sessanta l'ingegnere elettrico John Costas stava cercando di risolvere il problema della scarsa resa dei sonar impiegati all'epoca. Il tipico "ping" usato non era infatti in grado di fornire informazioni accurate, così il buon Costas si mise in contatto con il matematico Solomon Golomb per dirimere la questione. In questo modo i due finirono per creare una sequenza di note che evita qualsiasi ripetizione. Piuttosto bizzarra come cosa, infatti lascia che Scott Rickard qui sopra ti spieghi per benino il tutto, prima di introdurti alla première della «musica più brutta del mondo». (Spoiler alert: potresti anche trovare quella musica davvero non così brutta!)  

Kinky Wolfgang by Francesco Fusaro

One of the most enduring stereotypes about classical music is its detachment from the miseries of life. It is a repertoire linked with refined manners, ultimate erudition and some kind of mysticism: or so the story goes. Luckily enough, this is not always the case, and there is nothing like Mozart's music to prove our point.

We probably need to thank Czech director Miloš Forman for a different take on the life and music of Amadé. Before his Amadeus, the Austrian music prodigy was the quintessential antiquated composer: someone you had to study, rather than you enjoyed studying in your academic years. With all its exaggerations and historical inaccuracies, Forman's film unearthed the witty and exhilarating Mozart, and his kinky canons are a good example of the light-hearted (and sometimes caustic) side of his personality. 

Let's take Difficile lectu as an example. The text reads Difficile lectu mihi mars et jonicu difficile, which doesn't make any sense in Latin. In fact, the phrase comprises two bilingual puns: lectu mihi mars, which would sound as leck du mi im Arsch ('lick my arse'), if sung with a Bavarian German accent (Bavarian tenor-baritone Johann Nepomuk Peyerl was probably the lead singer of the first performance of this piece); and jonicu, a word that turns into its cheeky Italian cousin cojuni ('balls, testicles'), if sung repeatedly. 

It's actually a pretty enjoyable canon, so feel free to drop it at your next party and giggle by yourself like a creep.

Uno stereotipo piuttosto difficile da estirpare è quello che vuole la musica classica distante dalle miserie del quotidiano. Modi raffinati, vasta erudizione e una sorta di misticismo sono le caratteristiche associate al repertorio e a chi lo frequenta, giusto? Per fortuna non è esattamente il caso, e la musica di Mozart ci può facilmente aiutare a smontare il mito.

Dobbiamo probabilmente ringraziare il regista ceco Miloš Forman per aver cambiato idea su Amadé. Prima di quel successone che è stato Amadeus, infatti, l'enfant prodige austriaco era considerato la quintessenza della noia accademica: roba che ti toccava studiare, non che ti divertivi a studiare, durante la tua formazione musicale. Nonostante le sue inaccuratezze storiche ed esagerazioni, il film di Forman ha avuto il pregio di portare alla luce il Mozart acuto ed esuberante; i canoni 'osceni' di Amadé sonon a tutti gli effetti un ottimo esempio del lato leggero e persino caustico della sua personalità.

Prendiamo il caso di Difficile lectu. Il testo di questo breve canone recita Difficile lectu mihi mars et jonicu difficile, che in latino non vuol dire un granché... L'arcano è presto svelato: si tratta di un doppio gioco di parole basato sul tedesco e sull'italiano. La sequenza lectu mihi mars, infatti, suona come leck du mi im Arsch ('leccami il culo') se pronunciato con accento bavarese (Johann Nepomuk Peyerl, probabilmente uno dei cantanti della prima esecuzione del brano, era in effetti bavarese). La parola jonicu, invece, suona come il suo sboccato cugino italiano, se pronunciata ripetutamente (come in effetti accade nel canone).

Si tratta di un brano piuttosto piacevole, quindi ora sapete che cosa mettere al prossimo party in casa per ridervela da soli come dei viscidoni.

Introducing... David Kanaga by Francesco Fusaro

OK, we don't know much about David Kanaga, because the man seems to steer clear from the media. But we guess that his music speaks for itself (and on his behalf)...

Drawing inspiration from very different sources, from video game music to Russian classical repertoire, Kanaga is one of the most exciting (anti)classical music composers we have stepped into recently. Together with Ed Key, he is behind the design of Proteus, an exploration video game released in 2013. A perfect example of what sort of beautiful experiences you can have if you lose yourself in the world of independent video games, Proteus is very much about sound as it is about graphic design. No wonder that we ended up buying its (imaginary) soundtrack on Kanaga's own Bandcamp (and yes, we indulged in some more shopping, while we were at it).

We would definitely recommend having a listen to his version of Shostakovich's Second Piano Concerto, just to get a better sense of why we love Kanaga... Did anyone say De Gennaro's Hippos Epos?

Dunque, non è che si sappia molto di questo David Kanaga: a quanto pare, il nostro non è esattamente un amante dei media. Ma in questo caso è lecito dire che la sua musica parli per lui...

Ci sono parecchi riferimenti musicali nella sua musica, dai video giochi al repertorio classico russo, e questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di parlartene. Insieme a Ed Key, Kanaga ha prodotto nel 2013 un videogioco, Proteus, dove il suono è parte integrante della progettazione. Un esempio davvero efficace di quali meraviglie si possano incontrare quando ci si perde nel mondo dei videogiochi indipendenti. Non è un caso insomma se abbiamo deciso di acquistare la sua colonna sonora immaginaria direttamente sulla pagina Bandcamp di Kanaga (e sì, già che c'eravamo abbiamo fatto qualche ulteriore spesuccia).

Ti raccomandiamo caldamente di ascoltare la sua versione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Šostakovič, così puoi farti un'idea del perché ci piaccia così tanto. Qualcuno ha detto Hippos Epos di Sebastiano De Gennaro?