Torna Puntale 2025 (questa volta non un festival!): sette appuntamenti di ascolto, divulgazione e musica con la crew di 19’40’’!
MOTHER EARTH’S PLANTASIA
di MORT GARSON
Esecuzione integrale con sintetizzatori analogici
Il professor Stefano Mancuso, massimo esperto di neurologia vegetale, ci raccontò in via privata che un giorno un tale signor Mort Garson si presentò ad una conferenza scientifica con un disco in mano: questo disco era Mother Earth’s Plantasia. Nessuno lo prese sul serio, ma poi negli anni la storia lo ha salvato dall’oblio. Qualche volta accade.
Pubblicato nel 1976 è diventato negli ultimi anni oggetto di culto perché uno dei rari casi di musica pensata per le piante e per il loro ipotetico benessere. In epoca di ecologismi di ogni sorta e tipo, suonare questo disco dal vivo è divenuto un tributo alla fiducia verso la riconciliazione uomo-natura che tanto viene auspicato dalle nuove generazioni.
Quanto ci sia di scientifico dietro queste composizioni è tutto da appurare. Ma noi con gli Esecutori di Metallo su Carta dopo averlo inciso per 19’40’’ in una versione inedita interamente acustica (https://www.19m40s.com/10-plantasia), abbiamo deciso di riproporlo esattamente così com’era. Non abbiamo i Moog ok, ma abbiamo uno splendido quartetto di sintetizzatori analogici che fanno la loro figura.
Il quartetto è composto da Enrico Gabrielli (al JEN SX-1000), Sebastiano De Gennaro (al KORG MS 20), Luisa Santacesaria (al MULTIVOX) e Damiano Afrifa (al JUNO-106).
Mother Earths’ Plantasia non è solo un concerto ma è un’esperienza d’ascolto; un passaggio dimensionale verso un pianeta mentale di color verde brillante.
W V.E.R.D.I.
Giuseppe Verdi sabotato, con affetto
Esecutori di Metallo su Carta
Storicamente il 7 dicembre a Milano c’è la prima del Teatro alla Scala che coincide con il patrono, Sant’Ambrogio. Quest’anno l’opera in cartellone è “La forza del destino”, del signor Giuseppe Verdi.
Per quanto tutto questo sembri lontano dallo spirito di 19’40’’, noi non ci facciamo scrupoli ad affrontare anche una diade santa come l’opera lirica e Giuseppe Verdi. Nel lontano 2012 il nostro Francesco Fusaro, ad esempio, concepì una pagina sinfonica dal titolo W V.E.R.D.I. [quasi un epitaffio] (https://www.19m40s.com/s02-w-verdi) per i 150 anni dell’anniversario italiano. Era letteralmente una pagina d’orchestra cartacea, incorniciata in un bellissimo quadretto di legno, che sovrapponeva l’ultimo accordo di cinque opere verdiane generando un cluster teso, cupo e misterioso. Il gesto era in diretta polemica al senso patriottismo che si associa alle commemorazioni di Stato. Ma partendo da qui, abbiamo deciso di chiamare la serata con il titolo di quella composizione concettuale. Eseguiremo materiale verdiano, trascritto, rivisto e (soprattutto) sabotato. Senza dileggio, assolutamente no! Piuttosto faremo un esperimento sociale, in cui vorremmo riuscire solo con la musica, e senza il fardello del cliché operistico paludato e istituzionale, ad accendere l’interesse per l’ascolto su uno dei più grandi musicisti del nostro passato.
Alla voce Vito Martino, al pianoforte Enrico Gabrielli, alla tromba Marcello Corti, al violoncello Camillo Vittorio Lepido, alla narrazione Francesco Fusaro.
DISCOVERING THE ELECTRONIC MUSIC OF CHINO ‘GOIA’ SORNISI
L’elettronica a là Wendy Carlos del Grande Pesarese…
Esecutori di Metallo su Carta
Nessuno conosce Chino ‘Goia’ Sornisi, vero? Noi di 19’40’’, saremmo disposti a scommetterci. Già, e come è possibile che nessuno conosca questo grande, immenso, straordinario compositore e pioniere dell’elettronica analogica?
Autore di brani come Fuga per quattro oscillatori pretenziosi del 1921, di Encore de memento del 1968 e di quella fulgida gemma di musica e narrazione che è Un Petit Train électronique de Plaisir del 1927? Amico di Martenot a Parigi e inventore dell’Eterodiofono? No, vero? Questo è un classico tipico scempio della musicologia mondiale che ha fatto rastrello della storia per ragioni probabilmente politiche o nazionaliste. Ok sì Delia Derbshire, ok David Vorhaus, va bene Wendy Carlos, ma non si può dimenticare bellamente una personalità eclettica e importante come Sornisi!
Non si può non pensare che dietro questa eclissi ci sia stata del dolo, della volontà. Forse era talmente grande da adombrare i pionieri dell’elettronica del ‘900 di area anglosassone? Il mistero è ancora aperto. Noi saremo qui, con quattro sintetizzatori analogici e una voce recitante, a raccontare, illustrare e rendere finalmente giustizia al Grande Pesarese dell’elettronica. Ci abbiamo fatto un disco intero per cui ne sappiamo qualcosa (https://www.19m40s.com/07-chinogoiasornisi).
La formazione comprende Enrico Gabrielli (al JEN SX-1000), Sebastiano De Gennaro (al KORG MS 20), Luisa Santacesarea (al MULTIVOX) e Damiano Afrifa (al JUNO-106) e Francesco Fusaro narratore.
Occasione imperdibile e unica al mondo. Questo è poco ma sicuro…
TIERKREIS di KARLHEINZ STOCKHAUSEN
Musica e astrologia
I legami tra musica e astrologia sono sempre un ottimo pretesto per fare musica che celi significati multipli, che parli di più cose sovrapposte, che dica qualcosa nascondendo qualcos'altro.
L’occultamento di senso è uno dei giochi preferiti dei compositori di musica colta contemporanea, e nella maggioranza dei casi chi scrive lascia direttamente all’ascoltatore scavare e trovare ciò che c’è di più nascosto. Il signor Stockhausen però, a differenza di molti altri colleghi, ha sempre lasciato in un angolo una pala con cui scavare meglio e prima.
Nel 1975 Karlheinz Stockhausen compose dodici melodie, una per ogni segno zodiacale, per lo spettacolo teatrale Musik Im Bauch. Le melodie, chiamate Tierkreis, erano destinate a sei percussionisti e carillon, e sono state ispirate da bambini, amici e conoscenti nati sotto i vari segni zodiacali. Stockhausen scrisse anche dodici testi che descrivevano le caratteristiche dei 12 tipi umani legati ai segni. Il campanile del Municipio di Colonia ancora oggi usa queste melodie come rintocco delle ore della giornata.
L’esecuzione integrale di Tierkreis che proponiamo, è in una trascrizione pensata e incisa da Sebastiano De Gennaro (https://www.19m40s.com/11-tierkreis) su tastiere giocattolo e violino.
Gli Esecutori di Metallo su Carta sono: Alessandro Trabace al violino, Angelo Trabace, Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli alle tastiere CASIO.
CARTOON MUSIC
La musica dei cartoni animati: da Steamboat Willie ad altre incursioni nel classic cartoon
Cosa accomuna Steamboat Willie di Walt Disney, la Pantera Rosa, i cartoni di Gianini e Luzzati, Bruno Bozzetto? Che tutti sono cartoni animati “veri”, ovvero fatti con olio di gomito, disegni e colori a mano. Oggi solo lo studio GHIBLI procede con quel tipo di artigianato. Per il resto quasi tutto ormai si fa con il digitale.
La musica del periodo classico del cartone andava di pari passo con la qualità del processo produttivo: scrittura veloce, rapidi cambi di scena, ampio uso di temi della musica classica. Harry Mancini scriveva il tema della Pink Panther, George Hamilton Green (https://www.19m40s.com/09-teethcow) suonava le musiche del primissimo cartone della storia Disney, Cab Caloway appariva nei cartoni di Betty Boop. E poi venivano eseguiti, reinventati e storpiati composizioni di Franz Von Suppé (Symphony Hour del 1942), di Jean Sibelius, di Antonio Vivaldi, di Antonin Dvorak (Allegro non troppo di Bruno Bozzetto del 1976), di Ludwig Van Beethoven (Pink, Plunk, Plink del 1966) e moltissimi altri ancora.
Di tutto questo e anche di più suoneremo e vedremo assieme a Enrico Gabrielli, clarinetto e pianoforte, Marcello Corti, tromba e flicorno e Sebastiano De Gennaro, percussioni.
MORTON FELDMAN
una retrospettiva
Morton Feldman, per chi non lo conoscesse, rappresenta qualcosa di più di un semplice compositore americano, attivo tra la fine degli anni quaranta e per quasi tutti gli anni ottanta. Lui rappresenta un’ideale figura di artista completo applicato alla musica. Quindi non un progettista di strutture o un matematico degli eventi, ma un vero e proprio animo multimaterico e interdisciplinare confluito nella partitura.
Conobbe bene Jackson Pollock, Mark Rothko, Samuel Beckett, tutta gente che parlava di senso del presente in un modo decisamente non accademico. E soprattutto non storicizzato.
Eseguiremo due brani: The King of Denmark del 1965 per percussioni e Bass clarinet and percussion del 1981 appunto per clarinetto basso e percussioni.
Lo faremo assieme a un grande ospite e amico: Elio Marchesini alle percussioni, uno dei massimi esperti di percussioni contemporanee in Italia. Assieme a lui Sebastiano De Gennaro percussioni) Enrico Gabrielli (clarinetto basso) e Francesco Fusaro che racconterà Feldman in poche, semplici e “puntuali” parole.
ARCADE MUSIC VOL.II
Altro ancora sulla musica dei videogiochi
Esecutori di Metallo su Carta
Dopo la scorsa edizione di ARCADE MUSIC, che chiuse la precedente sequenza di appuntamenti per Puntuale, noi di 19’40’’ abbiamo deciso di NON chiudere il capitolo videogame soundtrack. Tutt’altro! Ripartiamo da dove eravamo arrivati e cioè dalla musica di Ghosts’n Ghouls di Tim Follin e di TzO The Ghost Game di Sebastiano De Gennaro.
E proveremo a spingerci oltre, con le musiche di David Kanaga, temi celebri come Zelda e la presentazione di un gioco di recente produzione.
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