“In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiar di tutto, perché non si sa mai quel che ci può capitare. I casi son tanti!…
Dice Geppetto a Pinocchio quando il figlioletto non vuole mangiare buccia e torzoli di quelle tre poche pere.
Questo è un passo importante del capolavoro di Carlo “Collodi” Lorenzini datato 1881, un passo esemplificativo per definire il quadro socio economico in cui si ambienta la vicenda. Ristrettezze economiche e fame sono il motore immobile (e immobiliare) che spingono il meccanismo narrativo sin dall’inizio. E l’infanzia è male incastrata in questo meccanismo tremendo e inesorabile. Tutti elementi che purtroppo (nel 2020, chi l’avrebbe mai detto) sembrano iniziare una brutta risonanza con l’attualità. Ad oggi, rileggendo il Pinocchio, balzano alla mente le evidenze corrusche della realtà di fine ottocento e meno la fola de amicisiana paternalista che intontiva i bambini. La tesi del ragazzino buono che vince rispetto al monello impenitente che perde oggi non allieta, anzi intristisce. E piuttosto che de il Grillo Parlante vien da ricordarsi più volentieri di quell’orrendo Pesce balena Cane. La morale decade perché tra le problematiche di questa epoca essa non è prioritaria. Anzi è più importante “il morale” della morale, probabilmente, perché esso è ai minimi storici.
Il 13 dicembre uscirà la tredicesima uscita di 19’40’’ dal titolo per l’appunto “Pinocchio!” che raccoglie le struggenti musiche di Fiorenzo Carpi per lo sceneggiato RAI “Le avventure di Pinocchio” del 1972 di Luigi Comencini. Alla narrazione Francesco Bianconi e il suo dolce accento poliziano; all’interpretazione gli Esecutori di Metallo su Carta diretti da Marcello Corti. Olimpia Zagnoli in copertina.
Ascoltate questo disco e guardando fuori dalla finestra l’inverno che avanza mangiatevi una bella pera. Sperando che i tempi non ci costringano mai ad arrivare di aver obblighi morali con buccia e torzolo.
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