Call for Scores - Capitolo 11 - Scherzetto di Julene Elorduy / by Marcello Corti

Scherzetto è un brano di Julene Elorduy per viola e violoncello. Formalmente siamo di fronte a uno scherzo molto breve in cui la tripartizione e lo schema ABA sono decisamente evidenti. La sezione centrale, dal carattere più lirico e disteso, ben contrasta con la prima e l’ultima parte. Elorduy, compositrice spagnola residente a Bilbao, costruisce una pagina di musica leggera sotto tutti i punti di vista: l’organico, estremamente ridotto, il ritmo, sfuggente e l’abbondanza di pizzicati e di armonici rendono Scherzetto un compendio essenziale di composizione.

Il brano si apre con l’esposizione del materiale tematico da parte della viola sola: la sua melodia è in tempo ternario, molto rapido e saltellante. Il violoncello interviene quale basso e accompagnamento giocando tra pizzicato e colpi d’arco. Un lungo passaggio di armonici interrompe l’andamento ritmico: viola e violoncello sembrano andare a ripescare tra la polvere l’antica pratica del contrappunto. Le note si fanno opache e semitrasparenti: il suono dell’arco che scorre sulla corda rende farinoso e poco definito tutto questo passaggio centrale. Gradualmente viola e violoncello ritrovano pienezza sonora. La compositrice espone nuovamente il materiale tematico iniziale per concludere con una dichiarazione decisa: forse siamo in Re Maggiore.

Perché abbiamo scelto questo brano per il Call for Scores?

Scherzetto ci ha convinti per via della sua estrema concentrazione e sintesi. La compositrice riesce in un’operazione a noi molto gradita: liberarsi dei fronzoli. Il materiale tematico è ridotto ai minimi termini, così come l’organico. L’opera di miniaturizzazione di Elorduy permette all’ascoltatore di vedere le ossa attraverso la pelle sottile della partitura: la struttura del brano è particolarmente evidente grazie a una scrittura scarna ed essenziale.

Inoltre Scherzetto è una lettura sul futuro più nostalgica rispetto agli altri brani inseriti nel Call for Scores. Se infatti tanti compositori richiamano e rielaborano le forme classiche, Elorduy sembra invece dichiarare la sua adesione ad un modello estetico per lei ancora valido e vivo. La forma non è retaggio, ma attualità.

In fin dei conti i principi alla base della forma sono sempre quei tre: data un’idea musicale antecedente, il conseguente può esserne o la negazione, o la ripetizione o l’evoluzione (A-B oppure A-A oppure A-A’). Le possibilità compositive apparentemente infinite sono invece limitate a tre soli interventi: comporre altro non è che ripetere, cambiare o sviluppare. Tanto vale non solo riprendere le forme del passato, ma viverle nella loro supposta contemporaneità, non essendoci molte altre possibilità.

Chi è Julene Elorduy?

Julene Elorduy è una compositrice spagnola nata a Bilbao nel 1982. Ha completato gli studi di composizione nel 2018 presso il Conservatorio Superiore di Musica di Navarra (CSMN). Si è formata sia in pianoforte classico che in pianoforte jazz presso il Conservatorio Juan Crisóstomo di Arriaga e il CSMN. Dal 2013 lavora allo sviluppo di un proprio sistema compositivo, denominato “Arborescent System of Secondary Dominants”. Questo progetto è stato riconosciuto con il CSMN's Award of Excellence in Research Opera nel 2018 e, grazie a questo, si trova tra le pubblicazioni del conservatorio. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Music Research presso l'Università Internazionale di La Rioja nel 2019. Inoltre, Julene ha una laurea in design presso la Elisava School of Design (UPF, 2004) e attualmente combina il suo lavoro di insegnamento in diversi centri musicali con la progettazione grafica dentro e fuori dal campo musicale.

Un po’ di ascolti

Lo Scherzo dall’Eroica e quello da Sogno di una notte di mezz’estate sono noti a tutti. Potete ascoltare qualcosa di insolito sfruttando qualche link in calce:

Holst G. - Scherzo uno dei lavori minori di Holst: una composizione poco conosciuta, imperfetta ed insolita, così come il compositore stesso.

Berio scomoda un bel gruppo di compositori per “resuscitarli”. Uno scherzo “che scorre placido” da ascoltare.

Shostakovich scherza con il violino.

Mozart scherza: e lo fa prendendo in giro il classicismo, le forme e i cliché (anche se non è uno Scherzo).

Rossini mette a dura prova le bande di paese.