LEO FERRE SANS MOTS / by 19'40"

Léo Ferré Sans Mots 19m40s_22

Ferré disegnato da Enrico

Il disco numero 22 della collana 19’40’’ è figlio di una scelta emotiva.

Prima di tutto per un legame spirituale con l’attitudine autarchica dell’uomo di cui stiamo per parlare (a noi di 19’40’’ l’autarchia e l’anarchia piacciono moltissimo…). E poi perché è la prima volta in assoluto che sentirete questa musica in questa veste.

I manoscritti di Léo Ferré

Stiamo parlando di una scelta di brani scritti e arrangiati dal grande Léo Ferré, in una versione “sans mots”, ovvero senza parole: a sua musica e il suo ingegno di compositore messo completamente a nudo nell’incanto della timbrica sinfonica, ridotta per l’occasione ad ensemble.

Gli Esecutori di Metallo su Carta diretti da Marcello Corti, eseguono questi dieci brani scritti in un arco di anni che vanno dal 1975 al 1992. L’excursus dell’album senza parole inizia, paradossalmente, con il brano “Des Mots” e conclude con “Words, words, words…” come a dire che le parole qui sono solo un pretesto per dire altro.

Come dice il figlio Mathieu Ferré, produttore assieme a noi in questa bellissima avventura “mio padre è stato soprattutto un compositore: la poesia, la sua parola e la sua interpretazione sono venute dopo. Se avesse potuto vivere esclusivamente della sua musica, è possibile che avrebbe composto di più e scritto molto meno.”

In questo disco vi sono anche due inediti compresi di testo e voce, composti nel 1992 che purtroppo Léo non riuscì ad incidere: “Liberté” e “Le Camelot”.

Liberté si avvale della ricostruzione della voce di Léo in AI ad opera di Francesco Fusaro, una scelta “forte” ma, a nostro avviso, musicologicamente interessante e rispettosa.

Le Camelot invece sembra un estratto della Thaïs di Massenet ed è per questo che abbiamo deciso di proporlo con l’ausilio della voce lirica del mezzo soprano Francesca Biliotti. Usando le parole di Mathieu “speriamo dal profondo del cuore che questa pubblicazione offra l’opportunità di scoprire la sua musica e che possa aprire la strada all’ascolto di queste opere ad un pubblico che ancora non le conosce.”

Tra tutti gli album prodotti sin qui da 19’40’’ questo è il disco più malinconico, sentimentale e struggente. Se “l’emozione” in questa musica fosse codificata col gesso di una formula matematica, la nostra lavagna sarebbe tutta un groviglio di segni bianchi.

Ci chiediamo se Léo, artista solitario e caparbio, capace di fronteggiare contro una tumultuosa enorme massa sinfonica avrebbe apprezzato questa veste “in miniatura” delle sue partiture.

Ma la risposta non possiamo far altro che lasciarla a voi.


The 22nd album in the 19’40’’ series uniquely explores Léo Ferré's music, titled "Sans Mots." It presents ten wordless tracks arranged by Ferré and performed by Metallo su Carta Conductors under Marcello Corti's direction. These pieces span from 1975 to 1992, including two unreleased songs, "Liberté" and "Le Camelot," the latter featuring mezzo-soprano Francesca Biliotti's voice.

Mathieu Ferré emphasizes his father's identity primarily as a composer, noting his passion for music preceding his poetry and interpretation. This album delves into Ferré's emotional depth through melancholic, poignant melodies. However, it remains uncertain whether Ferré, a resolute artist, would have embraced this "miniature" adaptation of his compositions. The project's core aim is to introduce audiences to Ferré's remarkable music and to provide an opportunity to appreciate his compositional genius beyond words. The use of AI for certain tracks and additional voices is deemed bold yet musically intriguing and respectful. Ultimately, how Ferré would have welcomed this new interpretation is open-ended, left to individual listeners' interpretation.