Come è andato TIERKREIS? by Marcello Corti

E’ difficile riassumere una serata come quella di Mercoledì a BIKO. Molto difficile. Potremmo parlarvi del clima di profondo ascolto che c’era, del pubblico numeroso e attento, della magia della musica di Stockhausen e della sorpresa di un’Aria di Saturno di Roberto Lupi davvero intensa. Per non parlare poi di Dream, piccolo capolavoro firmato Cage, eseguito in un modo scuro, profondo e elettroacustico dagli Esecutori di Metallo su Carta.

Però forse le parole giuste sono quelle di Alessandro Trabace: “dopo Sanremo, ci voleva proprio!”

Vi lasciamo gli scatti dell’immarcescibile e insindacabile Riccardo Caldirola. La prossima data di Puntuale è con Elio Marchesini e Morton Feldman. Ma come? Esatto: abbiamo invertito l’ordine dei concerti. Ma se ci seguite sui social, vi raccontiamo poco a poco cosa sta succedendo.

L'Oroscopo di 19'40'' by Marcello Corti

TIERKREIS di KARLHEINZ STOCKHAUSEN

Musica e astrologia

I legami tra musica e astrologia sono sempre un ottimo pretesto per fare musica che celi significati multipli, che parli di più cose sovrapposte, che dica qualcosa nascondendo qualcos'altro.

L’occultamento di senso è uno dei giochi preferiti dei compositori di musica colta contemporanea, e nella maggioranza dei casi chi scrive lascia direttamente all’ascoltatore scavare e trovare ciò che c’è di più nascosto. Il signor Stockhausen però, a differenza di molti altri colleghi, ha sempre lasciato in un angolo una pala con cui scavare meglio e prima.

Nel 1975 Karlheinz Stockhausen compose dodici melodie, una per ogni segno zodiacale, per lo spettacolo teatrale Musik Im Bauch. Le melodie, chiamate Tierkreis, erano destinate a sei percussionisti e carillon, e sono state ispirate da bambini, amici e conoscenti nati sotto i vari segni zodiacali. Stockhausen scrisse anche dodici testi che descrivevano le caratteristiche dei 12 tipi umani legati ai segni. Il campanile del Municipio di Colonia ancora oggi usa queste melodie come rintocco delle ore della giornata.

L’esecuzione integrale di Tierkreis che proponiamo, è in una trascrizione pensata e incisa da Sebastiano De Gennaro (https://www.19m40s.com/11-tierkreis) su tastiere giocattolo e violino.

Gli Esecutori di Metallo su Carta sono: Alessandro Trabace al violino, Angelo Trabace, Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli alle tastiere CASIO.

Dj set a cura di Classical Hooligans: Dimenticate i salotti polverosi e le accademie imbalsamate: Classical Hooligans vi lancia in un DJ set feroce e imprevedibile, dove un compositore arrivato da Sirio flirta con fughe barocche, riverberi intergalattici e serenate per satelliti. Tra echi di monoliti sonori e distorsioni cosmiche, seguiremo le tracce di un cane lunare in un viaggio instabile tra esplorazione e collisione.

Come è andata al BIKO con Sornisi? by Marcello Corti

Vi lasciamo la galleria degli scatti che il buon Riccardo Caldirola ha realizzato durante la bella serata dedicata a Chino Goia Sornisi: è stato bello farvi ascoltare musica di Gioachino Rossini per circa un’ora senza farvi capire che era musica di Gioachino Rossini.

Potete ascoltare il primo, incredibile brano utilizzando il lettore che vi mettiamo quì sotto: come dice Damiano Afrifa, questo brano è un trattato di armonia.

I protagonisti del terzo appuntamento di Puntuale 2025 sono stati Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro, Luisa Santacesaria e Damiano Afrifa, insieme a Francesco Fusaro. La tecnica è di Virginia Faraci (luci) e Carlo Zollo (audio). C’era anche Giacomo Cracco a girare immagini preziose per i futuri curiosi musicali. Il project managing è di Marcello Corti e BIKO invece porta il nome di Otta.

Grazie a chi era con noi da BIKO. Ci vediamo il 19 Febbraio per una data dedicata a Stockhausen e all’astrologia insieme a Angelo e Alessandro Trabace, Sebastiano De Gennaro e Enrico Gabrielli!

Chino 'Goia' Sornisi, il documentario by Marcello Corti

Chino Sornisi soprannominato ‘Goia’, nasce a Pesaro il 29 febbraio dell'anno 1892. Compositore, musicista e inventore italiano, viene ricordato per il suo importante contributo alla creazione della musica ma anche e soprattutto per essere l’inventore di uno dei primi strumenti musicali elettronici.

Attratto dalle tecniche di registrazione e manipolazione del suono, assistete personalmente, nel 1913, alla prima apparizione pubblica degli intonarumori al teatro Sorchi a Modena dove Russolo presentò uno scoppiatore.

Fin dalla fine degli anni dieci, Sornisi cominciò a progettare alcuni sistemi elettromeccanici per la produzione del suono. A metà degli anni venti costruisce la prima versione dell’eterodiofono, di fatto uno dei primi i sintetizzatori della storia. Lo strumento era in grado di sfruttare gli errori di sintonizzazione dei radiotrasmettitori, più di 40, alla fine di generare suoni con differenti altezze.

Nel 1924 Sornisi, tramite una telescrivente da lui riparata, entra fortuitamente in contatto Maurice Louis Eugène Martenot, musicista telegrafista francese. Si tratta di una straordinaria coincidenza: i due musicisti cominciano a scambiarsi informazioni distanza e nell'autunno dello stesso anno Sornisi si trasferisce a parigi dove resterà fino alla morte, avvenuta nel 1968.

A Parigi scrive molte delle sue migliori produzioni strumentali. Ospitato nel laboratorio Martenot, riprende la sua ricerca sugli strumenti elettronici perfezionando l’eterodiofono. Al 1926 risale la sua composizione Eterodiophone Romantique, probabilmente il primo caso di utilizzo di un arpeggiatore artificiale costruito utilizzando un rullo meccanico a calamite in grado di sollecitare, a distanze prestabilite, il campo magnetico dell’eterodiofono.

Dal 1928 al 1945 Sornisi frequenta i migliori compositori ed inventori dell'epoca. Nella sua casa a Passy compone, costruisce nuova apparecchiatura e comincia a registrare sul nastro molto materiale.

Dalla metà degli anni ‘50 Sornisi sperimenta l'uso dell’LSD e continuerà ad assumere sostanze allucinogene fino all'ultimo dei suoi giorni. Una delle sue ultime composizioni pare sia una piccola messa solenne per due sintetizzatori, un harmonium, quattro voci soliste e coro. La leggenda attorno a quest'opera dice fosse un capolavoro, ma purtroppo non è rimasta traccia.