Concerto di Natale
15 Dicembre 2019, h18
“Il Carnevale degli Animali sul Tetto”
“Le Carnaval Des Animaux” di Camille Saent-Saens
“Le Bœuf Sur Le Toit”, op. 58 di Darius Milhaud
Esecutori di Metallo su Carta:
Clara Cavalleretti, flauto e ottavino
Enrico Gabrielli, clarinetto, sintetizzatore e sax
Yoko Morimyo, violino
Eloisa Manera, violino
Lorenzo Boninsegna, viola
Marcella Schiavelli, violoncello
Roberto Benatti, contrabbasso
Sebastiano De Gennaro, percussioni
Damiano Afrifa, pianoforte, organo
Maria Silvana Pavan, pianoforte
I “Selton” Daniel Plentz, Ramiro Levy, voci recitanti
Pietro Puccio, visual
Marcello Corti, direttore
“A Parigi, ci sono due cavalli bigi, che vanno al trotto e al galoppo” dice la filastrocca. Ma un secolo fa a Parigi non c’erano mica solo cavalli:
c’era un’infinità di animali che facevano di tutto un po’. Intanto c’era un signor compositore, che era il più vecchio di tutti e che si
chiamava Camille Saint-Saëns: lui scrisse “Il carnevale degli animali” suite di brani caratteristici dove c’è il Leone in marziale colonna,
dove le Galline e i Galletti si azzuffano e il Cucù fa capolino nel folto del bosco. E ci sono certi Personaggi dalle orecchie lunghe (i critici musicali) che ragliano. Per via della verve polémique explicite contenuta in questa musica il burbero Camille ordinò che non venisse eseguita fino almeno oltre la sua morte. Che avvenne nel 1922, due anni dopo la prima esecuzione di un altro brano dove nel titolo c’è altro animale (il bue) rimasto sul tetto perchè non invitato al “carnevale”. Ma, in realtà, non è di animali a quattro zampe che si parla qui: piuttosto di personaggi caricaturali da bar, da club, da café chantant, da circo. E non sono animali anche loro in fondo? Non siamo anche noi adesso in un club circondati da strani bipedi dalle orecchie lunghe? Da pianisti ed emioni? Da bambini piccoli con le dita nel naso e bambini grandi con il cellulare in mano?
Il prolifico compositore Darius Milhaud (1892-1974) assieme al poeta Jean Cocteau (1889-1963) che scrisse l’azione scenica modellandola sui celebri circensi Fratellini, dettero vita ad una specie di “cinemà-symphonie” ambientato in un bar che appunto si chiamò “Le boeuf sur le Toit”, titolo ispirato ad una celebre canzone omonima di José Monteiro. Questo brano di musica è un “accrocchio” (in senso buono, ovviamente) di circa una trentina di celebri temi brasiliani e sudamericani che funzionano da pretesto per una vicenda strampalata dove un Barman, un Brooker, due Negri (di cui un pugile suonato - un classico), due Signore singolari, e un Poliziotto interagiscono fino alle più surreali delle conseguenze.
A leggere, o meglio a “reggere”, l’azione scenica in questo “nothing doing bar” a suon di caraibi e dadà, ci saranno i brasilianissimi Selton. Chi altri, sennò? A fare il Raoul Dufy della situazione invece ecco a voi l’eccentrico muggito sulla tela di Pietro Puccio.
Stasera al Santeria Social Club è permesso l’accesso ad ogni tipo di animale.
Benvemuuuuuuuuti