Inizia oggi una serie di brevi articoli dedicati ai brani ricevuti e selezionati per il Call for Scores 2021 lanciato nel mese di Marzo 2021 e in fase di conclusione.
Anna di Simone Farò
ANNA è un quintetto per pianoforte e quattro strumenti melodici composto da Simone Farò nel 2020. Ha partecipato al Call for Scores nella categoria “Originali”. La partitura si presenta totalmente manoscritta, compresi copertina e indicazioni per la performance. La durata della composizione è variabile: sebbene in partitura sia indicata una durata di circa sette minuti, Simone Farò, nell’allegato al testo musicale, ha indicato che la durata può essere anche inferiore. Nel nostro caso il brano durerà circa tre minuti e mezzo.
La partitura è parzialmente in notazione tradizionale, parzialmente in notazione grafica. In particolare la parte di pianoforte è posta su doppio pentagramma senza metro mentre gli strumenti melodici hanno parti disegnate e non distinte tra loro.
Come suggerisce il titolo, la composizione non solo è palindroma, ma la seconda parte subisce anche una sorta di processo di inversione. Tali procedimenti imitativi lasciano però intoccata la parte di piano, che procede tradizionalmente con uno sviluppo monodirezionale. La struttura del brano è evidenziata dalla particolare grafia del titolo: la seconda sillaba di ANNA infatti è sia speculare che invertita.
Il brano è diviso in evidenti sezioni, ciascuna delle quali introdotta da alcuni intervalli intervalli: Tali intervalli sembrano gradualmente assumere una identità più profilata e dare vita ad una scala. Su indicazione del compositore, tale scala è l’unione delle quattro aree intervallari di tipo Pelog secondo la teoria di Franco D’Andrea. Gli intervalli da cui la scala è composta sono anch’essi palindromi (La - Sib - Do# - Re - Mib - Fa# - Sol che tradotti sono -1s -3s -1s 0 +1s +3s +1s dove s equivale a semitono).
L’intero brano non ha un’indicazione di metro ma gli strumenti melodici sono invitati ad interagire in base ai suggerimenti del pianoforte. La notazione grafica, fisiologicamente interpretabile, è molto semplice: l’altezza del segno corrisponde all’altezza della nota che i diversi musicisti devono eseguire. Lo spessore del tratto indica la dinamica ed il suo sviluppo nel tempo. La divisione dei segni grafici tra diversi strumenti non è prevista dal compositore ma è lasciata alla scelta, si spera democratica, dell’ensemble. Emerge chiaramente l’impronta improvvisativa di questa composizione: l’esecuzione deve essere frutto di un processo decisionale condiviso.
Perché abbiamo scelto questo brano per il Call for Scores?
ANNA di Simone Farò ci ha da subito coinvolti per due motivi: innanzitutto eravamo alla ricerca di compositori che utilizzassero linguaggi non prettamente notazionali. Una partitura in graphic notation, anche se solo parzialmente, si inserisce in modo organico nel percorso di 19’40’’ e delle ultime uscite (ricordate Treatise?). Inoltre l’interessante incontro tra notazione tradizionale e notazione grafica scelto da Farò non è solo ben riuscito, ma anche poco diffuso e molto curioso. Le simmetrie, la razionalità, l’origine non prettamente musicale del fatto sonoro, sono alcuni dei percorsi in cui stiamo ricercando nuovi linguaggi e nuovi stimoli.
Si aggiungono a queste considerazioni, l’alta qualità della partitura sia da un punto di vista artigianale che concettuale e la natura ibrida del compositore. Simone Farò infatti ha un percorso musicale che lo avvicina fortemente a quello di 19’40’’. La curiosità con cui ha cercato e continua a cercare un linguaggio nuovo che unisca composizione tradizionale e improvvisazione, ci ha fatto sentire molto vicini a lui spiritualmente e umanamente.
Qualche curiosità in più su cosa è successo nei mesi scorsi
Simone ha partecipato al Call for Scores 2021 proponendo anche una partitura intitolata Talking, una trascrizione di Talking di Haruomi Hosono. Nella prima fase di scrematura, abbiamo selezionato sia Anna che Talking. Non ci siamo accorti di aver scelto due brani dello stesso compositore fino alla selezione finale: la selezione è stata fatta in una prima fase ad autori secretati. L’unico a conoscere i nomi era Marcello. Abbiamo voluto scegliere uno solo dei due brani ed abbiamo preferito puntare sul brano originale.
Chi è Simone Farò?
Simone Farò nasce a Torino nel 1992, inizialmente si dedica allo studio della chitarra, attraverso la pratica del jazz e successivamente si avvicina alla composizione tradizionale ed estemporanea. Studia e collabora con Stefano Maccagno, Roberto Dani, Pasquale Calò, Igor Sciavolino e Giuseppe Gavazza. Nel 2016 fonda, insieme ad altri musicisti di Torino, il collettivo Pietra Tonale; gruppo di ricerca sulla musica improvvisata con il quale si è esibito a Vienna, Berlino, Copenhagen, Amsterdam, Vilnius, Riga e altre città europee. Ha collaborato con il Museo Nazionale del Cinema di Torino per la sonorizzazione di due film muti (La Madre e La Morte e Il Fauno). Suona in diverse realtà rock-punk-noise dell’underground torinese: La Nuova Infornata, Naso2 e G.I.S.; collabora attivamente come copista per la casa editrice musicale Musica Practica.