Call for Scores - Capitolo 13 - Rubik's Song di Alvise Zambon / by Francesco Fusaro

Continua la serie di brevi articoli dedicati ai brani ricevuti e selezionati per il Call for Scores 2021 lanciato nel mese di marzo 2021 e in fase di conclusione.

Rubik’s Song di Alvise Zambon

Rubik’s Song è una composizione di Alvise Zambon per Flauto, Clarinetto, violino, violoncello, pianoforte non preparato e vibrafono. L’intero lavoro ha una durata di circa tre minuti ed è notato in modo tradizionale. Il brano sembra ricreare lo spostamento delle facce di un Cubo di Rubik. Ammettiamo di non essere molto pratici di questo sorprendente rompicapo: le nostre conoscenze sono proprio basilari. I colori devono essere spostati da una faccia all’altra del cubo seguendo il meccanismo permesso dal gioco stesso. Le facce del cubo sono 6, ciascuna delle quali occupata da nove quadrati colorati. In totale le sfaccettature sono cinquantaquattro.

Questa nostra aporia non ci permette di capire quale l’algoritmo compositivo scelto da Zambon per computare la sua composizione. Risulta evidente che per “mettere a posto” un colore, il compositore crea una sequenza di nove note. La progressiva nascita di una sequenza completa avviene però in modo irregolare: come nella risoluzione del cubo, occorre sacrificare momentaneamente una raggiunta conquista per poter conseguire un risultato sempre più vicino alla faccia monocroma. Abbiamo provato ad immaginare che ciascuno dei sei strumenti dell’ensemble fosse una faccia del cubo. Abbiamo anche provato ad immaginare che tutti gli strumenti dovessero presentare le nove facce (note) ordinate al loro interno. Ma il cubo di Alvise non sembra concludersi con la soluzione. Le ultime misure sono infatti la simmetrica riproposizione dell’inizio del brano.

Lasciando da parte gli algoritmi a noi sconosciuti, il brano può essere visto in modo macroscopico, lasciando a menti più enigmatiche della nostra la visione dell’infinitamente piccolo. Il cubo sembra partire e concludersi da una situazione di risoluzione: il gioco inizia quando il primo cubo viene spostato. Il movimento dello scivolamento delle facce viene descritto dagli evidenti glissando degli archi. Alla stessa maniera il gioco si conclude nell’esatto stesso in cui viene spostato l’ultima faccia.

Sarà Alvise Zambon stesso, speriamo, a darci un sistema di lettura dei singoli microspostamenti interni a questo brano. A noi non resta altro che guardare le mani veloci di un ragazzo che agili e rapide conquistano la soluzione di questo rompicapo. Noi ci stupiamo e, forse per pigrizia, forse per limiti di età oramai sopraggiunti, ci limitiamo a congratularci con il solutore per un gioco intellettuale che siamo convinti non aggiungeremo alle nostre competenze di base.

Perché abbiamo scelto questo brano per il Call for Scores?

Rubik’s Song è un brano enigmatico che fin da subito ci ha conquistati: si inserisce in modo organico nel percorso di 19’40’’ attraverso la musica razionale (Sebastiano De Gennaro). Inoltre il nostro Enrico Gabrielli ha già affrontato una serie di composizioni di Enigmistica Musicale (ad uso esclusivo degli abbonati al canale Patreon di 19’40’’): il cubo di Zambon rimane per noi una scatola cinese ancora da sciogliere.

L’esecuzione del brano inoltre si presenta come una sfida entusiasmante: la parte di vibrafono rasenta il virtuosismo e il gioco di incastri su questa rende il lavoro in ensemble davvero divertente.

Qualche curiosità in più su cosa è successo nei mesi scorsi

Come un cubo di Rubik, la registrazione dell1 e 2 febbraio è diventato un difficile gioco di incastro: necessità lavorative e famigliari dei fondatori di 19’40’’, infortuni, trasferte e altri sfortunati eventi ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo ad un certo punto pensato di posticipare la registrazione. Per poter rendere più semplice il processo di registrazione, abbiamo deciso di sacrificare parte della formazione originale prevista per questo lavoro accogliendo nuovi musicisti tra le fila degli Esecutori.

Sperando che il nostro amico C-19 non metta ancora i bastoni tra le ruote alla nostra attività, non vediamo l’ora di chiuderci in studio per immergerci finalmente de facto tra le note del CfS2021.

Chi è Alvise Zambon?

Alvise Zambon (1988) ha studiato al Conservatorio di Venezia con Corrado Pasquotti e all’Accademia di Santa Cecilia con Ivan Fedele. Suoi lavori sono stati eseguiti alla Biennale Musica, al Teatro La Fenice di Venezia, alla Fondazione Pinault e al Parco della Musica di Roma. Nel 2018 l'opera Push!, su libretto di Maria Guzzon, è stata rappresentata con la regia di Kathrin Hammerl al 62. Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia. Nell'ottobre dello stesso anno Sette espressioni intraducibili, per ottavino e clarinetto, commissionato da Ischiamusica, è stato eseguito da Federica Lotti e da Fabio Battistelli presso i Giardini Ravino di Forio (Ischia). Nel 2019 Kintsukuroi, per orchestra da camera, è stato eseguito in prima assoluta al Parco della Musica di Roma dall'Ensemble Novecento, diretto da Carlo Rizzari. Nel novembre dello stesso anno Federica Lotti ha eseguito Cord'amare per flauto solo presso l'Istituto Italiano di Cultura di Oslo. A Gennaio del 2020, Sul limitare della notte, per orchestra sinfonica, è stato eseguito al Teatro Malibran di Venezia dall’orchestra del Teatro La Fenice diretta da Daniel Cohen. Nel 2021 One point five per fixed media, su progetto di Danilo Pastore e video di Andrea Leonessa, è stato eseguito alla GG3 – Gallery for Sustainable Art di Berlino.