Abbiamo provato a raccontare Call for Scores: ecco come è andata / by Marcello Corti

19’40’’ è andato a Merate a raccontare Call for Scores in occasione del Festival Agnesi, la settimana di eventi che ruota intorno ad un corso di formazione orchestrale per non professionisti realizzata dall’Associazione Scuola di Musica San Francesco di Merate e da Marcello Corti.

Mentre Enrico si trovava con Iggy Pop a fare del rock vero con un’orchestra da camera, Francesco, Sebastiano e Marcello erano invece in una una pacata sala di Villa Confalonieri per raccontare alcune delle 14 tracce di Call for Scores, diciottesima uscita della collana anticlassica che probabilmente conoscete.

Da sinistra, Seba, Andrea Sommani, Dario Gatto, Marcello e Francesco

Qualche minuto prima dell’inizio della conferenza, giungono dalla profonda Milano e dall’ancora più profonda Emilia Romagna, quel Dario Gatto e quell’Andrea Sommani il cui nome compare all’interno del cofanetto fresco di pubblicazione. Ne abbiamo approfittato per coinvolgerli nell’evento e per fare loro una o due domande.

La serata è stata molto gradevole: una quarantina di persone ha ascoltato in modo attento le presentazioni di alcuni dei brani selezionati. Abbiamo avuto modo di scoprire, finalmente, “cosa ci faceva il compositore nella campagna padana, in un’algida notte d’inverno?” (era ad uno spettacolo teatrale di amici e si era allontanato un poco).

Abbiamo avuto modo anche di parlare con Dario Gatto del suo brano di cui ancora non avete potuto leggere niente se non la breve descrizione nel booklet. Averlo incontrato ci ha permesso di chiudere qualche tratto in più del cerchi di Polisemantica, il brano inciso con gli Esecutori di Metallo su Carta.

Uno scatto dinamico che mostra i nostri impegnati nel raccontare perché la graphic notation esiste.

Il listening party ha preso il via da Costellazioni di Antonio della Marina, per poi passare a Barocco d’Inverno di Andrea Sommani, JIN:GO!LOwBAH... di Vincenzo Parisi, Polisemantica I - Spirito di Dario Gatto e TARKUS di Fabio Cuccu, con una piccola escursione su Anna di Simone Farò. La conferenza è durata circa un’ora e un quarto: ci ha permesso di prendere le misure per i prossimi imminenti eventi di presentazione del Call for Scores. Abbiamo trovato un pubblico sorprendentemente attento, sorpreso dai processi compositivi e incuriosito dai risultati sonori.

Avremmo dovuto intervistare i partecipanti chiedendo loro un parere, un commento sulla serata: non lo abbiamo fatto. A pelle, aver raccontato senza grandi tecnicismi musica minata da un pregiudizio difficile da eliminare, è stata una scelta apprezzata. La brevità e la grande varietà dei brani proposti è stata senz’altro di aiuto. Potremmo dire che “se ci fosse stato un compositore in sala, avrebbe avuto i brividi di fronte ad alcune semplificazioni”. Dal momento che in sala ce n’erano almeno due e nessuno di questi ha accusato sintomi influenzali, possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo. La presenza inaspettata di Dario ed Andrea ci ha permesso di sorprendere il pubblico e di svelare finalmente che anche i compositori sono esseri umani.

La serata si è conclusa così come doveva: terminato l’evento, finito il firma copie, ci siamo diretti verso il mitologico Carillon Pub, uno di quei locali ancora in pausa dagli anni ‘90 dove i panini suono buoni e non ti giudicano se ti getti in una accorata discussione in cui Romitelli, Berio e Nono altro non sono che i campioni di una formazione calcistica sconosciuta ai frequentatori del locale. Così è stato: con lo scemare delle energie, è aumentato il vigore della discussione tra compositori, musicologi e musicisti. Sono uscite tante idee, tanti desideri e tanti spunti interessanti per il futuro del progetto Call for Scores.

All’una di notte abbiamo ritenuto potesse essere una buona idea congedare Dario e Andrea con la certezza di incontrarli di nuovo, per caso, al Santeria di via Paladini il 22 Settembre.

Vi lasciamo con le foto ricordo della serata, scattate dal bravo Riccardo Caldirola.