Barocco d'inverno di Andrea Sommani
Barocco d’inverno è un sabotaggio sopra una sonata di John Ravenscroft (1695) composta da Andrea Sommani nel 2018 e revisionata nel 2021. E’ un brano per flauto basso, sax tenore, percussioni, pianoforte e pianoforte giocattolo. La partitura è introdotta da un breve racconto probabilmente scritto da Sommani stesso.
Trovandosi l’autore nella campagna padana, in un’algida notte d’inverno, ebbe per un momento ad allontanarsi solitario. Fermatosi adunque a rimirare le brumose campagne et le piagge intorno, n’ebbe viva sorpresa conciossiaché, per l’esser le terre coverte di candida neve et similmente di candida bruma coverto il cielo, quasi parea non esservi confine tra questo e quelle. Ecco che, tosto, un alito di vento ebbe a discoprire timidamente qualche spiraglio a gl’occhi et quindi comparir sparute vestigia d’una chiesa barocca. Cosicchè, rimirando quelle sacre ruine, sovvenne all’autore questa antica melodia e ne rimase impressionato poiché, così come la bruma copriva quel tempio allo sguardo, in egual modo la fallace memoria copriva di mistero quella musica vaghissima. Ben tosto, ad altri officii intento, l’autore tornò alla compagnia che non è quivi il caso di narrare, ma parendogli, il dì seguente, che niuna cosa potesse trovarsi più vaga et leggiadra, ebbe a comporre tale ischerzo o sabotaggio musicale acciocché Lor Signori potessero sonarlo in compagnia.
L’introduzione di Sommani replica manieristicamente la prefazione alla prima edizione delle Sonate a tre Op.1 di Ravenscroft: la raccolta è infatti introdotta da un testo che sembra dare spunto stilisticamente alla parte testuale del sabotaggio di Sommani.
Abbiamo scavato rapidamente nell’antica partitura alla ricerca del materiale tematico usato per il bano ricevuto per il Call for Scores. Siamo quasi convinti che Sommani faccia riferimento alla Sonata Terza inserendo e sabotando il germe melodico del primo movimento. Siamo rimasti abbastanza colpiti nel realizzare che non esiste (o che non riusciamo a trovare) una registrazione integrale di queste Trio Sonata. Vi proponiamo una delle poche tracce che abbiamo individuato: il London Baroque Ensemble ha inciso infatti l’ottava delle 12 composizioni pubblicandola in una raccolta titolata Stravaganze Napoletane. Potete anche trovare l’intero cofanetto su Spotify e farvi un tuffo nelle sonorità gradevolmente ovattate delle corde di budello.
Il lavoro di Sommani si rivela essere musica a programma. Nel suo piccolo poema sinfonico per ensemble tutt’altro che ordinario (flauto basso e sax tenore non sono un impasto timbrico molto diffuso), Sommani traduce in musica quanto raccontato nell’introduzione testuale. Possiamo individuare una struttura quadripartita e provare a titolare i quattro capitoli di questo lavoro: la solitudine d’inverno, il vento che scopre la cattedrale, il ricordo barocco e il ritorno alla solitudine. In sole due o tre parole: Barocco d’inverno.
La passeggiata nell’algida notte invernale viene descritta dai passi ovattati nella neve del compositore. L’incedere incerto e discontinuo del viandante nella notte sembra essere raccontato dal delicato ritmo del pianoforte giocattolo. Il rumore dei passi si accompagna ai respiri del viandante, descritti invece da sax tenore e da flauto basso. Il vibrafono sembra suggerire dei rintocchi ovattati di campana, forse presagio della visione imminente.
Una rapida acciaccatura del pianoforte sembra simboleggiare un alito di vento: l’aria gelida genera una sorta di epifania. Nel buio della notte il compositore si imbatte inaspettatamente nelle rovine di un’antica chiesa barocca. Un secondo alito di vento sembra confermare la visione ed interrompere la camminata. Il viandante si ferma ad a guardare, sorpreso, una struttura che però sembra solo accennata: le vestigia di una chiesa barocca sono infatti sparute, incomplete. Il vento sembra prendere forza: le acciaccature, precedentemente solo accennate ad appannaggio esclusivo del pianoforte, si fanno più presenti: sax tenore e flauto basso si appropriano degli aliti di vento mentre il pianoforte improvvisamente riporta alla memoria l’antica melodia di Ravenscroft. La reminiscenza è talmente potente da quasi proiettare il viandante in un altro spaziotempo: sparisce il vento, scompare la neve e rimane solo la suggestione di una melodia fino ad ora dimenticata.
Ma così come vengono, i ricordi scompaiono. Il compositore si ritrova di nuovo in mezzo alla neve: il suo fiato torna a condensarsi nell’aria fredda mentre, tornando sui suoi passi, il compositore cammina perdendosi nel buio. Svanita la riminescenza barocca, il toy piano torna a sottolineare i passi nella neve mentre lontani si sentono i rintocchi del vibrafono, ultima memoria delle sacre rovine.
Perché abbiamo scelto questo brano per il Call for Scores?
Barocco d’inverno è scritto molto bene: in poche battute e con pochi elementi, Sommani riesce a raccontare una storia che con una falcata sola abbraccia il barocco, naturalmente, ma anche un primo romanticismo schubertiano. Questa breve Wienterreise contiene infatti diversi topos ottocenteschi: il viaggio d’inverno, la solitudine, il wanderer e la notte. La forma di poema sinfonico è inoltre un omaggio forse non voluto al tardo romanticismo mentre il linguaggio utilizzato è chiaramente tardo-novecentesco. Nascosto tra le note vi è un piccolo compendio di storia della musica.
Decisamente molto interessante l’impasto timbrico scelto dal compositore: violino e violoncello sono stati esclusi a favore di due strumenti forse meno adatti ad un lavoro intimo e trasparente come Barocco d’inverno. Eppure il timbro ammaliante del Sax Tenore di Enrico Gabrielli e la ricchezza armonica del Flauto Basso ci sono sembrati due ottimi motivi per giustificare una simile scelta.
Non da ultimo, Sommani gioca con l’idea di Sabotaggio in modo raffinato: se infatti l’idea alla base del sabotaggio era la contravvenzione volontaria della forma e del contenuto di un’altra composizione, Barocco d’inverno costruisce attorno alla composizione originale un universo immaginativo inedito. Il frammento, decontestualizzato, è allo stesso tempo preservato e reso vivo. Grazie a Barocco d’inverno siamo infatti immersi da diverse ore nell’ascolto della musica poco conosciuta di Ravenscroft. Grazie a Sommani ci siamo incuriositi ed abbiamo scoperto qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto inascoltato, chiuso nei nostri libri di storia della musica, forse in uno di quei paragrafi riservati agli autori minori. Quei paragrafi che di solito si saltano.
Sommani si imbarca in una bella sfida e noi lo seguiamo volentieri in un brano delicato e tutt’altro che manierista. Il rischio di creare quello che qualcuno definirebbe ‘un mappazzone’ è dietro l’angolo. L’abilità di Sommani sta proprio nell’avere successo in un’operazione tutt’altro che semplice. Barocco d’inverno ci è piaciuto fin da subito anche se resta viva una domanda: cosa ci faceva il compositore nella campagna padana, in un’algida notte d’inverno?
Qualche curiosità su cosa è successo nei mesi scorsi
Il piano giocattolo è utilizzatissimo da Sebastiano De Gennaro nel suo primo album Hippos Epos. Il nostro lo aveva utilizzato per eseguire la Sinfonia Giocattolo di Mozart (Leopold) e per eseguire integralmente il Secondo Concerto Brandeburghese di JSB.
Lo strumento in sé è problematico perché non permette un inviluppo dinamico ma, alla stregua di un clavicembalo, può suonare solo ad intensità fissa. Per incidere Barocco d’inverno dobbiamo affrontare un probabilme problema di equilibrio. Le alternative sono diverse: aggiungere effetti in postproduzione? cercare un pianoforte giocattolo che possa suonare molto piano? Utilizzare diverse aperture del coperchio? La sfida per rendere il toy piano più di quello che tecnica e fisica hanno permesso, è aperta.
Chi è Andrea Sommani?
Ha studiato presso il conservatorio F. Morlacchi di Perugia, diplomandosi in Pianoforte nel 2010 e in Composizione nel 2014 con F. Cifariello Ciardi. Parallelamente ha conseguito la laurea triennale in scienze dei beni musicali presso l’Università di Perugia. Successivamente si è perfezionato con S. Sciarrino presso il conservatorio di Latina e l’Accademia Chigiana di Siena. Ha frequentato il corsi di perfezionamento e masterclass con M Andre, S. Gervasoni, P. Maxwell Davies, M. Lanza, F. Filidei. Nel 2013 Ha ottenuto il I premio al concorso di composizione “W Landowska” con il brano Ex.
Nel 2013 è stato selezionato per la partecipazione al progetto “Fair opera” Umea (SE) Nel 2014 è stato vincitore del premio per la Commissione Contempoartensemble, nell’ambito del Livorno music festival. Nel 2016 è stato selezionato come compositore in residenza dalla Contrada della Torre di Siena nell’ambito del progetto “Per un nuovo mecenatismo di contrada” È stato finalista del premio di composizione “Veretti” 2018. Sempre nel 2018 è stato selezionato da Matera Capitale europea della cultura 2019 come compositore per il progetto “Suoni di pietra”.